ASPASI ha preso atto della decisione odierna di LASA, la Città di Lugano e del Cantone di non sollecitare il voto popolare e procedere ad una liquidazione ordinata della società che gestisce lo scalo. L’Associazione valuta positivamente l’integrazione di attori privati ma ritiene fondamentale, a medio termine, il ripristino di voli di linea a beneficio di passeggeri, turismo e dell’economia cantonale.
L’odierna decisione della Città di Lugano e di LASA è una sorpresa inattesa che genera preoccupazione e parecchi interrogativi. ASPASI teme la chiusura di una storia quasi secolare, esprime vicinanza al personale disorientato e ribadisce la necessità di un Ticino collegato per via aerea con gli hub internazionali svizzeri, e di conseguenza con il mondo.
Il passaggio in mani private a medio termine offre l’opportunità di sviluppare l’infrastruttura e le attività collaterali in modo adeguato, liberando lo scalo da limitanti dinamiche politiche.
ASPASI è molto preoccupata – non da ultimo di fronte alla crisi economica dovuta all’attuale pandemia di coronavirus – per quanto attiene i voli di linea che da sempre hanno costituito l’attività principale dell’aeroporto. La soluzione prospettata dai responsabili di LASA non fornisce oggi alcuna certezza in relazione al ripristino di voli per le destinazioni che fino a pochi anni fa hanno risposto ad una forte domanda da parte dei passeggeri aerei della Svizzera italiana. In questo contesto ricordiamo che l’attuale situazione odierna dell’aeroporto è dovuta in massima parte al fallimento di piccole compagnie aeree e non di un calo strutturale dell’interesse dei passeggeri.
Di fronte a queste considerazioni, i passeggeri aerei della Svizzera italiana si adopereranno su tutti i fronti affinché il nuovo assetto che gestirà l’aeroporto a partire dall’anno prossimo si impegni con tutte le sue forze per il ripristino – in contesti economici più favorevoli di quello odierno – dei voli di linea.