25/10/2025

A Lugano Airport serve una compagnia estera

All’assemblea dell’ASPASI Filippo Lombardi, Marco Chiesa e Fabio Regazzi hanno fatto il punto sullo scalo confrontato con il taglio prospettato dal Consiglio federale di 5 milioni L’ex fondatore di Darwin, Franco Mosé ha sorpreso invece tutti: «Sto cercando fondi per ripartire»

Articolo di Andrea Bertagni (CdT)

« Per Lugano Airport abbiamo bisogno di una compagnia straniera per fare in modo che il prezzo dei biglietti della tratta Lugano-Ginevra sia accessibile ». Filippo Lombardi, capo Dicastero sviluppo territoriale della Città e « responsabile » dello scalo ha chiarito così, ieri sera durante l’assemblea dell’Associazione passeggeri e aeroporti della Svizzera italiana (ASPASI), cosa manca all’aeroporto di Lugano-Agno per spiccare definitivamente il volo. Perché se è vero che lo scalo « chiude ormai da cinque anni nelle cifre nere » , ha aggiunto Lombardi, è anche vero che occorre guardare sempre lontano e quindi non restare fermi con le mani in mano.

Si inserisce ad esempio in questo senso l’iniziativa parlamentare presentata dai consiglieri agli Stati, Fabio Regazzi e Marco Chiesa con la quale si cercherà nella revisione della legge federale sulla navigazione aerea di « aggirare » il divieto di cabotaggio, ossia l’impossibilità per un’impresa straniera di operare voli in Svizzera. Iniziativa che «dovrebbe avere buone possibilità » , ha aggiunto Regazzi, perché « discussa e preparata insieme ai vertici dell’Ufficio federale dell’aviazione civile », ma anche un atto parlamentare che dovrebbe «essere discusso nelle commissioni del Parlamento federale l’anno prossimo » . Nel caso in cui l’iniziativa dovesse essere approvata dalle Camere federali, « si potrà dare la possibilità a una compagnia estera di operare sulla linea Lugano- Ginevra » , ha riassunto Regazzi. E quindi ridare slancio all’infrastruttura. Così come ha auspicato a inizio assemblea, Lombardi, parlando della tratta Lugano- Ginevra, «l’unica che per quanto riguarda i voli interni ha un senso oggi », ha affermato il capo Dicastero sviluppo territoriale della Città.

Forse anche per questo, forse anche per questa nuova speranza annunciata ieri sera, che l’ex fondatore di Darwin, Franco Mosé, anche lui presente all’assemblea, a un certo punto si è alzato in piedi e ha detto di stare preparando una piccola sorpresa per Lugano. Quale? « Sto cercando finanziamenti per operare con una compagnia regionale europea. Se troverò i fondi, in 4- 6 mesi sono pronto a partire ». I fondi da cercare sono una ventina di milioni di franchi. Non un’impresa facile. Ma Mosé non pare scoraggiarsi. Anzi. Ieri sera ha lanciato segnali rassicuranti, anche se non ha voluto sbottonarsi troppo. Questo almeno fino a cose fatte.

Quel che invece è molto più certa è la prospettiva per lo scalo di dover perdere cinque milioni di franchi di finanziamento da parte di Berna. Un taglio contenuto nelle misure di risparmio del bilancio 2027 della Confederazione, «che sul budget di Lugano Airport pesa nella misura del 40%», ha sottolineato Lombardi. Ma anche un taglio che per lo scalo « rappresenta una sberla e potrebbe portare alla chiusura il giorno dopo la sua entrata in vigore », ha affermato Lombardi.

Altrettanto preoccupato si è detto Chiesa, che a Lugano è anche capo Dicastero delle finanze, che ha parlato di «tegola» e di una minaccia «che potrà indurci a fare dei ragionamenti molto complicati », poiché per abbattere i costi potrebbero essere toccati anche gli utenti finali. Una prospettiva giudicata da tutti ieri sera inaccettabile. Che per questo motivo verrà combattuta nel dibattito alle Camere federali. « Qui forse abbiamo la speranza di fare qualcosa », ha specificato Chiesa, ricevendo il sostegno anche di Regazzi, secondo il quale il taglio non è solo un tema per l’aeroporto di Lugano, ma anche per tutto il Ticino. E perciò va combattuto.