di Alfonso Reggiani
Dove sono e cosa fanno Città e Cantone? La domanda è risuonata ancora ieri sera all’assemblea dell’Associazione dei passeggeri aerei della Svizzera italiana (Aspasi). «Siamo sempre alla stessa situazione dell’anno scorso e di due anni fa: dal Cantone giunge un silenzio assordante, mentre la Città sta approfondendo la questione», ha dichiarato il presidente dell’Aspasi e consigliere nazionale Marco Romano nella sua relazione.
Tutti (o quasi) riconoscono il ruolo fondamentale dell’aeroporto di Lugano Agno per lo sviluppo economico e turistico di tutto il Cantone ma oramai da anni il piano di rilancio che dovrebbe coinvolgere i privati è allo studio. A nome del Municipio di Lugano Lorenzo Quadri ha peraltro confermato che la Città considera l’aeroporto un elemento di rilancio importante in prospettiva per tutta la regione. In altre parole, non si intende abbandonarlo, bensì consolidarlo. Potrebbe apparire che il Ticino politico stia dormendo, ma ciò non corrisponde al vero. Intanto, anche i primi mesi di quest’anno stanno confermando la tendenza positiva in termini di passeggeri (circa 200mila l’anno scorso) e di risultato economico, dopo la chiusura in cifre nere dei conti 2015. C’è chi ha criticato apertamente la politica dei prezzi di Swiss considerati troppo elevati e che rischiano di portare alla chiusura dello scalo, mentre l’Aspasi studia la possibilità di dotarsi di una tessera di socio.
Al termine dell’assemblea, il colonnello di Stato maggiore Simone Rossi ha tenuto una relazione sul “ruolo delle forze aree svizzere nella sorveglianza e nel controllo dello spazio aereo nazionale”. Un ruolo che si fa vieppiù difficile. In particolare dopo la notizia rimbalzata ieri alle nostre latitudini secondo cui l’aereo Egyptair proveniente da Parigi e diretto al Cairo, con 66 persone a bordo, potrebbe essere stato abbattuto prima di inabissarsi al largo di Creta. Il colonnello ha poi ricordato il dirottamento si Ginevra del febbraio di due anni fa. Insomma, il contesto geopolitico si fa sempre più insicuro. E «per garantire una sorveglianza degna di questo nome – ha detto Rossi – siamo ormai all’ultimo momento». Intanto, si sta comunque seguendo il piano che dovrebbe condurre nel 2021 a una sorveglianza 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, ma i 31 F/A 18 e i 26 Tiger a disposizione sono insufficienti, servono nuovi aerei.
laregione 20.5.2016
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