15/02/2025

“L’aviazione si sta affacciando alla propulsione elettrica”

Nel 2026 la ditta H55, prima industrializzazione del progetto «Solar Impulse», basata in Vallese e che impiega più di cento collaboratori metterà in commercio il suo primo prodotto: un monomotore biposto per la scuola del peso di 900 kg, con una potenza di 140 HP ed un’autonomia di un’ora. Niente di particolare, a parte la propulsione elettrica, nel mondo aeronautico per un aereo che ha fatto il primo volo nel 2019 e che non presenta particolari prestazioni rispetto ai monomotori convenzionali che possono ospitare 4 persone e che hanno un’autonomia di 4 ore. I costruttori vallesani, come altri europei, promettono sviluppi interessanti che si scontrano con la bassa «densità energetica» delle attuali batterie che, a parità di peso rispetto ai carburanti fossili, hanno 36 volte meno energia. In termini più concreti: l’energia contenuta in un kilogrammo di carburante richiede 36 kilogrammi di batterie: per questo motivo gli aerei a propulsione elettrica sono biposto e non quadriposto, il peso del terzo e quarto passeggero sono le batterie.

Bisogna pure tener conto del fatto che gli aerei, rispetto ai veicoli terrestri, non concedono sconti di peso per le nuove tecnologie. Ogni kg che va in aria conta e concorre alla sua struttura o alla sua utilizzazione: cioè per ogni kg in più che si impiega per la struttura se ne perde uno per l’utilizzazione, sia esso pilota/passeggero o carburante. Finché lo sviluppo tecnologico non risolverà la sfida della «densità energetica» la propulsione elettrica resterà confinata alle scuole di volo e a voli di corta durata.

Per gli aeroporti ciò significa che l’arrivo di questa nuova tecnologia si concretizzerà, in termini di numero di utenti, solo sul medio periodo. Per l’ambiente l’aspetto rilevante di questa nuova frontiera sarà la drastica riduzione delle immissioni foniche dei due aeroporti cantonali che, per vocazione, hanno un’importante presenza di scuole di volo che si caratterizzano per voli a bassa quota. Nel 2021 a Lugano abbiamo monitorato i voli a propulsione elettrica rilevando che il rumore diminuiva di ben 10 decibel, al punto che nel paesaggio rumoroso della bassa Valle del Vedeggio la sfida è stata la ricerca di punti di misura del rumore dove gli strumenti di monitoraggio riuscivano a percepire il sorvolo degli aerei.

Si può ipotizzare che per il 2030 le zone residenziali e turistiche, nonché le Bolle di Magadino, non sentiranno più i voli di scuola. Siamo sulla retta via: non perdiamola e cogliamo l’occasione di festeggiare, nel prossimo decennio, i primi 100 anni di presenza di aeroporti in Ticino.

Opinione di Davide Pedrioli, direttore generale di Lugano Airport e già urbanista cantonale, sul CdT del 29.01.2025